- Son dal tardo Boote,
- Tardo in guidar il carro.
- Non era ancora il nome
- Di Borea, nè di Zefiro. Fu primo
- Tisi ad haver ardire
- Spiegar le vele a i venti;
- E dar lor nuova legge.
- E in varie guise raccogliendo i venti
- Andar solcando il mare:
- E troppo avido fue
- Il navigante di veloce corso.
- I nostri antichi padri
- D’ogni fraude lontani
- Fur contenti di starsi
- Otiosi a godersi i propri lidi
- E i vecchi fatti ricchi
- In picciolo terreno
- Non conosceano altre ricchezze, fuori
- Che del natio terreno.
- Ma il mondo, che diviso
- Era fece tutt’uno
- La nave di Thesaglia
- Che prima corse il mare
- E gl’insegnò a patire
- Le ferite e percosse;
- E ’l mar, ch’era diviso
- Divener ratto parte
- De la paura nostra;
- E ben potrò ancor’essa
- Di grani pene: quando
- Due monti, che chiudeano il mar profondo;
- Di quà di là, come percossi intorno,
- Gemer con alto suono,
- Che parea che venisse infin dal cielo;