MEDEA.
Ne mai per mia cagione.
Cr.
Gia gran pezza conviene,
Che fosti uscita: a che con le parole
Vai trattenendo il tempo, e fai dimora?
Med.
Io ti prego partendomi humilmente,
Che non nocqua a figiuoli
La colpa de la madre,
I quai sono innocenti.
Cr.
Vanne tu pur: ch’io ti prometto certo
Riceverli appo me, si come padre,
Med.
Deh ti prego Signore
Per le felici nozze
Di tua figliuola:
Per le speranze tue, per li tuoi Regni,
I quai da fortuna,
Che mai non serba un stile
Sogliono esser percossi et agitati;
Che, mentre io m’apparecchio,
Al duro esilio mio,
Mi concedi un sol giorno
Di potermi fermare
In questa tua cittate,
Acciò, ch’intanto io possa
A miei figliuoli dar gliultimi baci,
Come, quella, che forse
Morrò, pria, ch’altra volta gli rivegga.
Cr.
Tu mi domandi tempo
D’adoprar le tue frodi.
Med.
E qual frode temere
Si puo in si picciol tempo?
Cr.
Picciol non è alcun tempo
Al mal, che si procuri.
Med.
Tu vuoi negar un poco
Di tempo al lagrimare?