MEDEA. 197
Cr.
O giusto o ingiusto, che si sia, conviene,
Che al mandato d’un Re sij obediente.
Med.
Sappi, che i Regni ingiusti
Non sogliono durare.
Cr.
Va pur, e cerca Colco.
Med.
Io son per ritornarvi,
Ma chi quì mi menò, mi vi riduca.
Cr.
La notte troppo tarda
Viene al decreto mio.
Med.
Un Re giusto non suole
Terminar contra alcuno.
Se pria non ode la contraria parte.
E se ben fosse giusto
Il suo giudicio, esso gia non fu gia giu.
Cr.
Da te riceve Pelia indegna morte:
Ma favella, ch’io voglio,
Ch’a la tuo nobil causa si dia loco.
Med.
Quanto difficile sia
Di sgombrar l’ira fuori
De l’animo, che gia se ne sia acceso:
E quanto questa passion tenace
Faccia seggio in un Rege,
Hello imparato anch’io
Ne la mia Real corte.
Che quantunque io mi trovi
In così miserabile ruina
Abbattuta, scacciata
Supplice, sola, e da ciascun nel fine
Misera abandonata;
Già fui pur risplendente
D’illustre e Real padre,
Et è mio avo il Sole:
E tutto, quel che Fasi irriga e bagna
Con piacevoli giri,