MEDEA
Io stessa a pena posso,
A pena creder un sì fatto male.
Pote ciò far Giasone?
Sendomi tolto il padre,
E la patria, et il Regno,
Lasciarmi sola in peregrina parte.
Questo duro ha sprezzato
I benefici miei.
Ei, che veduto havea
Le fiamme vinte e 'l mare
Da la mia sceleraggine, s'induce
A creder, che non più mi resti alcuna
Sorte di grave male.
Dunque quasi dubbiosa
E senza mente e cuore
Vado considerando tutti i modi
Di far degna vendetta
Di tanta offesa mia?
Volesse Dio, che questi
Alcun fratello havesse:
Ma egli ha moglie, in lei
S'adopri il ferro mio:
Questo basta a miei mali.
S'è alcun delitto, ilquale
Conobber mai cittadi
Si barbare, qual Greche,
E che stato non sia da le tue mani
Conosciuto fin quì, hor si prepari.
Ti confortino a questo
Le tue sceleritati,
E ritornino tutte unite insieme.
Rapito del mio Regno
Fu il famoso ornamento;
E 'l mio picciol compagno