MEDEA
E diventi il tuo core
Assai più aspro e duro,
Che ’l Caucaso non è fiero e deserto.
Tutto quello, che Fasi,
O ’l Ponto giamai vide
Di crudeltà, fa che lo vegga l’Isthmo.
Commetti nuovi mali
Fieri, crudeli, e parimenti horrendi
A la terra et al cielo.
Va la mia mente imaginando in lei
Ferite, e morti, e cose altre simili.
Ma son troppo leggeri;
E già cio feci, quando
Era nel primo fiore
De la giovane etate.
Et era verginetta.
Hor surga maggior duolo:
C’he poi, c’ho partorito,
Mi convengon maggiori sceleritadi,
Cingiti tutta d’ira,
E con ogni furore
Apparecchiati a la costor ruina.
Fa, che siano i rifiuti
Uguali a queste nozze;
E lascia il tuo marito
Con quello istesso modo,
Con cui lo seguitasti.
Deh non esser più pegra
Piu non indugia homai.
E la casa acquistata
Con la sceleritate,
Con la scelerità si lasci ancora.