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40 | dei doveri dell’uomo. | [1841-1860] |
Dio v’ha dato il consenso dei vostri fratelli e la vostra coscienza, come due ale per innalzarvi quanto è possibile sino a lui. Perchè v’ostinate a troncarne una? Perchè isolarvi, assorbirvi nel mondo? Perchè voler soffocare la voce del genere umano? Ambe sono sacre: Dio parla in ambe. Dovunque s’incontrano, dovunque il grido della vostra coscienza è ratificato dal consenso dell’umanità, ivi è Dio, ivi siete certi di avere in pugno la verità: l’uno è la verificazione dell’altro.
Se i vostri doveri non fossero che negativi, se consistessero unicamente nel non fare il male, nel non nuocere ai vostri fratelli, forse nello stato di sviluppo in cui oggi sono anche i meno educati, il grido della vostra coscienza basterebbe a dirigervi. Siete nati al bene, e ogni qual volta voi operate direttamente contro la Legge, ogni qual volta voi commettete ciò che gli uomini chiamano delitto, v’è tal cosa in voi che v’accusa, tale una voce di rimprovero che voi potrete dissimulare agli altri, ma non a voi stessi. Ma i vostri più importanti doveri sono positivi. Non basta il non fare: bisogna fare. Non basta limitarsi a non operare contro la Legge: bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere, bisogna giovare ai vostri fratelli. Pur troppo finora la morale s’è presentata ai più fra gli uomini in una forma più negativa che affermativa. Gl’interpreti della Legge hanno detto: «non ruberai, non ammazzerai»; pochi o nessuno, hanno insegnato gli obblighi che spettano all’uomo, e il come egli debba giovare ai suoi simili e al disegno di Dio nella creazione. Or questo è il primo scopo della Morale; nè l’individuo, consultando unicamente la propria coscienza, può raggiungerlo mai.