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38 | dei doveri dell’uomo. | [1841-1860] |
nità, dopo una credenza di secoli, non si sia scostata per cercarne e ispirarne un’altra migliore, e che non v’è ragione, oggi specialmente, di credere che l’umanità cangi di metodo.
A quei che sostengono la sola coscienza dell’individuo essere la norma del vero e del falso, ossia del bene e del male, basta ricordare, che nessuna religione, per santa che fosse, è stata senza eretici, senza dissidenti convinti e presti ad affrontare il martirio in nome della loro coscienza. Oggi il Protestantismo si divide e suddivide in mille sette tutte fondate sui diritti della coscienza dell’individuo; tutte accanite a farsi guerra tra loro, e perpetuanti l’anarchia di credenze, vera e sola sorgente della discordia che tormenta socialmente e politicamente i popoli dell’Europa.
E d’altra parte, agli uomini che rinnegano la testimonianza della coscienza dell’individuo per richiamarsi unicamente al consenso dell’Umanità in una credenza, basta ricordare come tutte le grandi idee che migliorano l’umanità, cominciarono a manifestarsi in opposizione a credenze che l’umanità consentiva e furono predicate da individui che l’umanità derise, perseguitò, crocefisse.
Ciascuna dunque di queste norme è insufficiente a ottenere la conoscenza della Legge di Dio, della Verità! E nondimeno, la coscienza dell’individuo è santa: il consenso comune dell’Umanità è santo: e chiunque rinunzia a interrogare questo o quella, si priva d’un mezzo essenziale per conoscere la verità. L’errore generale fin qui è stato quello di volerla raggiungere con uno solo di questi mezzi esclusivamente: errore decisivo e funestissimo nelle conseguenze, perché non si può stabilire la coscienza del-