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32 | dei doveri dell’uomo. | [1841-1860] |
nostri stromenti di lavoro, non bisogna ripudiarli, bisogna dirigerli al bene.
Ma questo, voi, senza Dio, non potete. V’ho parlato di Doveri: v’ho insegnato che la sola conoscenza dei vostri Diritti non basta a guidarci durevolmente sulle vie del bene, non basta a darvi quel miglioramento progressivo, continuo, nella vostra condizione, che voi cercate: or, senza Dio, d’onde il Dovere? senza Dio, voi, a qualunque sistema civile vogliate appigliarvi, non potete trovare altra base che la Forza cieca, brutale, tirannica. Di qui non s’esce. O lo sviluppo delle cose umane dipende da una legge di Provvidenza che noi tutti siamo incaricati di scoprire e d’applicare, o è affidato al caso, alle circostanze del momento, all’uomo che sa meglio valersene. O dobbiamo obbedire a Dio, o servire ad uomini, uno o più non importa. Se non regna una Mente suprema su tutte le menti umane, chi può salvarci dall’arbitrio dei nostri simili, quando si trovino più potenti di noi? Se non esiste una Legge santa, inviolabile, non creata dagli uomini, quale norma avremo per giudicare se un atto è giusto o non è? In nome di chi, in nome di che protesteremo contro l’oppressione e l’ineguaglianza? Senza Dio, non v’è altro dominatore che il Fatto: il Fatto davanti al quale i materialisti s’inchinano sempre, abbia nome Rivoluzione o Bonaparte: il Fatto del quale i materialisti anch’oggi, in Italia ed altrove, si fanno scudo per giustificare l’inerzia, anche dove concordano teoricamente coi nostri principii. Or comanderemo noi loro il sacrificio, il martirio in nome delle nostre opinioni individuali? Cangeremo, in virtù solamente de’ nostri interessi, la teorica in pratica, il principio astratto in azione? Disingannatevi. Fin-