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dei doveri dell’uomo. |
[1841-1860] |
missione, che Dio v’ha profuso d’intorno, anzi cacciate l’anatema sui segni suoi, chiamandoci a concentrare tutte le nostre forze in un’opera di purificazione interna, imperfetta, impossibile quando è solitaria! Or Dio non punisce chi la tenta così? Non degrada egli lo schiavo? Non sommerge egli negli appetiti sensuali, negli istinti ciechi di questa che voi chiamate materia, metà dell’anima del povero giornaliero costretto a consumare, senza lume d’educazione, in una serie d’atti fisici, la vita divina? Trovate fede religiosa più viva nel servo Russo che non nel Polacco combattente le battaglie della patria e della libertà? Trovate amore più fervente di Dio nel suddito avvilito d’un Papa e d’un Re tiranno che non nel repubblicano Lombardo del dodicesimo secolo e nel repubblicano Fiorentino del decimoquarto? Dov’è lo spirito di Dio ivi è la libertà, ha detto uno de’ più potenti Apostoli che noi conosciamo; e la religione ch’ei predicava decretò l’abolizione della schiavitù; chi può intendere e adorare convenientemente Dio strisciandosi a’ piedi della sua creatura? La vostra non è religione, è setta d’uomini che hanno dimenticato la loro origine, le battaglie che i loro padri sostennero contro una società incadaverita, e le vittorie che riportarono trasformando quel mondo terrestre che oggi voi, o contemplatori, sprezzate. Qualunque forte credenza sorga fra le rovine delle vecchie esaurite trasformerà l’ordinamento sociale esistente, perché ogni forte credenza cerca applicarsi a tutti i rami dell’attività umana; perché la terra ha cercato sempre, in ogni epoca, conformarsi al cielo in ch’essa credeva; perché tutta intera la storia dell’Umanità ripete, sotto forme diverse e a gradi diversi secondo i tempi, la