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4 dei doveri dell’uomo. [1841-1860]


rare, di mezzo all’urto delle razze diverse e alle mutazioni superficiali e passaggere delle usurpazioni e delle conquiste, la grande Unità democratica Nazionale. E allora, trenta anni addietro, mi diedi a voi.

Io vidi che la Patria, la Patria Una, d’eguali e di liberi, non escirebbe da una aristocrazia che tra noi non ebbe mai vita collettiva ed iniziatrice, né dalla Monarchia che s’insinuò, nel XVI secolo, sull’orme dello straniero e senza missione propria, fra noi, senza pensiero d’Unità o d’emancipazione: ma solamente dal popolo d’Italia, — e lo dissi. Vidi, che a voi bisognava sottrarsi al giogo del salario e fare a poco a poco, colla libera associazione, padrone il Lavoro del suolo e dei capitali d’Italia — e, prima che il socialismo delle sètte francesi venisse a intorbidar la questione, lo dissi. Vidi che l’Italia, quale l’anime nostre la presentono, non sarebbe se non quando una Legge Morale, riconosciuta e superiore a tutti quei che si collocano intermediari fra Dio e il Popolo, avrebbe rovesciato la base d’ogni autorità tirannica, il Papato — e lo dissi. Né mai per pazze accuse e calunnie e derisioni che mi si gettassero, tradii voi e la causa vostra, né disertai la bandiera dell’avvenire, quand’anche voi stessi, travolti da insegnamenti d’uomini piú che credenti, idolatri, m’abbandonaste per chi, dopo aver trafficato sul vostro sangue, torceva il suo sguardo da voi. La vigorosa sincera stretta di mano d’alcuni dei migliori tra voi, figlie e figli del popolo, mi consolò dell’abbandono altrui e di molte acerbissime delusioni versate sull’anima mia da uomini ch’io pure amava e che avevano professato d’amarmi. M’avanzano pochi anni di vita, ma il patto stretto da quei pochi con me non sarà violato per cosa che av-