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ciò ch’è piú raro trovarsi in og-gi — la spontaneitá degli affetti, la schiettezza disinteressata delle impressioni, l’abitudine di quella moralitá che dice: — Credo in questo, o non credo: — moralitá senza la quale non si rigenera un popolo, e alla quale, pur troppo, moltissimi, fra gli uomini dell’altre classi, sostituiscono in oggi tattiche e false dottrine e scienze d’’ opportunitá, che cominciano dalla menzogna per finire in codardía, vergogna e cessioni di terre italiane. Per questo io spero in voi. o fratelli. So inoltre che ogni grande Rivoluzione ha bisogno dell’azione di un elemento nuovo, e credo l’elemento degli uomini del lavoro, chiamato ad essere quell’uno. Seguite costanti ed operosi sulla via di fresco iniziata. Fortificate ed ampliate la vostra Associazione. Studiate il come impiantarne un’altra nella terra piú vicina alla vostra, afierrando ogni occasione di affratellarvi coir altre Societá, siccome una sola anima respiri in voi tutti. Afforzate, sollecitate la rapida realizzazione delle decisioni prese nell’ultimo Congresso operaio in Firenze. Proclamate altamente, ch’è dovere e diritto vostro occuparvi di quanto riguarda l’Unitá, l’Indipendenza, la Libertá della Patria comune. Fate quel sagrifício. anche menomo, che per voi si può. pel fondo sacro a Venezia e RoTua. E abbiate sempre fermo nella mente, che voi dovete lavorare non soltanto a un piccolo temporario miglioramento vostro locale: ma alla organizzazione ed emancipazione di tutta quanta la classe operaia, al bene delle generazioni che vi terranno dietro, e al trionfo in Italia di quella eguaglianza che Gesú annunziava diciotto secoli addietro, quando alle caste dell’antichitá sostituiva la santa parola: «Xon vi è padrone, né schiavo,