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ziativa d’Italia fra le ^STazioui, o giovani. La vostra bandiera, iu mauo di Garibaldi, sull’Alpi, è il labaro di risurrezione invocato da dieci popoli oppressi, dal Mar Xero alla Vistola.

Centralizzate, confederando, dalla Sicilia al Mincio, le Associazioni, la piú alta proporzione possibMe delle Casse locali, e fondate la Cassa di Venezia, urgente per V armi: alimentatela rapidamente con le offerte, pellegrinando per queste di villaggio in villaggio, di porta in porta. La povera, la eroica, la santa Venezia, diede a noi tutti diciotto mesi di gloria, di patimenti, di sagrificii d’ oro e di sangue; e d’allora in poi il sangue di Venezia ha continuato a versarsi nelle nostre file, ogni qualvolta ha suonato in esse il nome d’ Italia. È vergogna, grave vergogna, o giovani, che lo spazio d’ un mese non veda raccolto tra ventidue milioni d’Italiani un milione, un mezzo milione almeno, di franchi. jSTon disviate su molti oggetti le forze vostre: non le sperdete in questioni politiche secondarie: concentratele sí, che scoppiino a guisa d’elettricitá condensata.!^^on temete. Dissotterrate V iniziativa emancipatrice della Nazionalitá dalla tomba ove giace Venezia, dissotterrate la Tradizione dell’Unitá morale Europea dalla tomba ove giace Koma; avremo per noi una Libertá che i popoli e’ invidieranno. Oggi, suftragio, armi, Cassa, Venezia e Roma sono le sole cose delle quali dobbiate occuparvi. Non gare d’individui o di nuclei: non astio di parti: non acerbitá di polemiche inutili. Dimenticate, schiacciate l’io: in voi non deve oggi vivere che l’anima d’Italia.

Voi mi amate, dite. Raccogliete dunque e fate vostra la stanca parola d’ un infermo, che non sará