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ia prigione: bisogna prepararsi a ordinarla, reale per tutti e perennemente inviolabile, in un Patto Nazionale Italiano decretato in Koma, e ribattezzando il Parlamento coi voto popolare. Il metodo consiste nel suscitare e porre in moto, concentrato verso il fine, tutte quante le forze vive della Nazione.
I mezzi sono V ordinamento di quelle forze, l’armi, il danaro.
Tutti i nuclei che, come il vostro, esistono sotto qualunque nome, o si fonderanno via via in Italia, dovrebbero considerarsi come raggi al centro della stessa sfera, come sezioni d’ una sola grande Associazione Nazionale, comprendente in sé tutti gli elementi d’azione del paese. Tutti i nuclei dovrebbero predicare armamento sollecito della Nazione, e armarsi intanto quanto piú possono. Centocinquantamila volontari in Inghilterra non aspettarono, per armarsi e ordinarsi, iniziativa dal Governo. Economizzate per comprarvi un’arma: ordinatevi a compagnie; esercitatevi: chi può impedirvelo? Roma è nostra. Bandite alto il nostro diritto di riconquistarla per ogni via; e intanto innalzate a proporzioni nazionali la Protesta pacifica. L* Europa l’aspetta universale, popolare davvero. Voi non potete, senza vergogna, presentarle, raccolte in piú mesi, centomila firme soltanto su ventidue milioni d’ Italiani. Cento, duecento, trecento adunanze pubbliche dovrebbero tenersi, lo stesso giorno, sulle vostre terre, e dare alla Protesta, in quindici giorni, un milione di nomi.
Venezia è nostra: da conquistarsi coll’armi e tosto. Lá vive, non solamente l’indipendenza, ma l’ini-