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nuitá — incarnazione perenne degli istinti e delle aspirazioni popolari, e appello a tutte le forze della dazione per ridurli in atto.
Dove quei caratteri s" in(!ontrino nella direzione d’una Kivoluzione. la Kivolnzione è invincibile. Nessuno s’attenta d’attraversarla.
Potenza iniziatrice siffatta non è nel Governo: — il Governo non ebbe mai il concetto dell’Unitá Nazionale. Esso lo accettò, costretto, dall’iniziativa popolare, oggi da un anno interrotta, e ne aggiogò i moti all’ispirazione dominatrice straniera. Esso diffida del paese o ne rifiuta l’azione, senza la quale non è possibile Unitá vera.
E potenza siffatta non è nel Parlamento. Fondato sul privilegio, esso non La in sé l’anima, la coscienza della forza, le sante audacie del i)opolo. E la sua maggioranza si trascina e si trascinerá, servilmente passiva, dietro ai ministri di qualunque nome si chiamino.
Intanto l’assenza cV iniziativa ci ha dato, in un anno, la guerra civile nel Mezzogiorno, malcontento e diffidenza universale nel Centro e nel Nord, sintomi tremendi di disordine nell* esercito, e infiacchimento dell’entusiasmo che compi pei tre quarti l’impresa. L’assenza iV iniziatica per un alti-o anno, ci darebbe anarchia, smembramento, impotenza assoluta. A voi spetta, o giovani, fa.r rivivere V iniziativa. l<2ssa è vostra.
Il fine della Rivoluzione è l’Unitá Nazionale: bisogna adoprarsi a compirla — è l’indipendenza da ogni predominio straniero: bisogna costringere Governo e Parlamento ad emanciparsene — è la Libertá, senza la quale il Tempio dell’Unitá si tramuta Mazzini, Scritti, ecc., voi. LXIX (Politica, rol. XXIV). 26