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e fu infine discussa la proposta di L. Pianciani di «sciogliere i Comitati di Provvedimento, non sorti dal voto popolare, onde si fondessero in altrettante diramazioni dell’Associazione emancipatrice, sendo che potrebbero egualmente procedere al loro scopo;» e la proposta fu approvata, anche con l’adesione di Garibaldi, nel senso che quei Comitati continuassero ad esistere dove non avrebbero potuto e avesse convenuto di trasformarsi, purché dipendessero dal consiglio o rappresentanza dell’Associazione Emancipatrice Italiana

Già dal 1860 aveva avuto grande diffusione in Italia la fondazione di società operaie; e fin d’allora il Mazzini aveva pensato di incanalarle nella corrente delle aspirazioni unitarie, contrastato in questo suo concetto da quanti si opponevano a che nelle adunanze di quelle società fossero discussi argomenti politici.1 Insieme con esse il Mazzini promosse la istituzione di associazioni politiche, dettandone talvolta gli statuti fondamentali, come per l’Associazione Unitaria di Napoli, per l’Associazione di Mutuo Soccorso degli operai di Napoli, per la Fratellanza Universale Artigiana d’Italia e probabilmente per altre. Quasi tutte quelle

    Governo per sapere quale risposta avesse dato o intendesse di dare al generale Garibaldi che aveva avuto «missione dall’Associazione di Genova di sollecitare il ritorno dí G. Mazzini,» il Rattazzi dichiarò: «Quanto alla risposta che intendo di dare a Garibaldi, sul rimpatrio di Mazzini, rispondo che essendomi abboccato col generale Garibaldi, dopo l’Assemblea di Genova, Garibaldi non me ne fece parola, e che perciò non gli devo risposta

  1. Per le acerbe polemiche che sorsero in proposito, ved. N. Rosselli, Mazzini e Bakounine; Torino, Bocca, 1927.