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legge internazionale e d’ ogni aspirazione Italiana. Soltanto, non è permesso al Gabinetto Francese di rimproverare all’Italia i turbamenti delle provincia meridionali, quando la bandiera Francese protegge il Papa nel suo mantenere un asilo dove ogni capo di masnadieri può trovare un rifugio a preparare bande per future incursioni in provincie pacifiche.» Pochi come pur sono e temperatissimi, questi dispacci confermano ciò che noi dichiariamo a ogni tanto, la determinazione di Luigi jS’apoleone di non allontanarsi da Roma, se non costretto e l’impossibilitá di costringerlo se non tenendo una via diversa da quella tenuta fin qui. Quei che ciarlano ad ogni quindici giorni di passi fatti, di progressi compiti verso lo scioglimento della questione, o s’ illudono o deliberatamente deludono. La posizione del problema è, oggi come un anno addietro, nei seguenti termini.
Roma è per Luigi í^apoleone altamente importante; è la chiave della politica Italiana in sue mani: è una base dalla quale ei può, occorrendo, operare sul Settentrione o sul Mezzogiorno d’ Italia: è un ostacolo all’Unitá Italiana ch’ei, per amore francese di dominazione, non vorrebbe: è da una parte il Papato, comeché riluttante, in sua mano e una inevitabile influenza esercitata, negli interessi Francesi, sull’elezione d’un nuovo Papa, ove Pio IX, vecchio e infermo, abbia fine: dall’altra,! moti Nazionali dipendenti dal moto Italiano sottomessi, in virtú della sottomissione del nostro Governo, alla sua direzione. Luigi Napoleone serberá dunque Roma finché vantaggi siffatti esciranno per lui dall’occupazione. L’Europa guarda sospettosa e presta a convertire il sospetto in ostilitá, al soggiorno prolungato dei