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re d’Italia nelle sue Provincie meridionali, che bande armate furono spedite da monsignor di Merode ad assalire le truppe Italiane nel Mezzogiorno, e che il diritto di guerra contro il Papa esiste chiaro, incoíitrovertibile nel Governo d’Italia (Disp. del 23 marzo). Intanto, il dispaccio del 17 era stato da Thouvenel comunicato a Luigi Napoleone, il quale aveva risposto essergli impossibile d’attendere a quella proposta, segnatamente mentre il procedere di Garibaldi minacciava l’Italia di sommovimenti (Dispaccio del 28). Al dispaccio del 22 Thouvenel rispondeva allegando argomenti a provare «che il Papa possedeva tuttavia diritti di Sovranitá temporale, e che le pretese del Governo Italiano a Roma siccome a Capitale d’Italia e a Venezia come a provincia d’ Italia non possono in alcun modo giustificarsi dal

  • diritto internazionale.» Lord Cowley non ripete a

Lord John Russell quelli argomenti che l’Imperatore, com’egli osserva, non trovò insuperabili per le Legazioni, per la Toscana, per l’Umbria e le Marche, per la Sicilia e per Napoli: ma ne parla come d’ una nuova prova che né rimostranze né ragionamenti possono esercitare influenza sulle decisioni deW Imperatore. E chiaro, dice egli, che la soluzione della questione è abbandonata al Papa (Dispaccio del 28).

Il 2 aprile, Lord John Russell si contentava di rispondere. Ogni discussione è inutile. «// principio mantenuto or dalla Francia converte Roma in un territorio straniero, sulla cui forma di Governo i Romani non devono poter cosa alcuna, i soldati stranieri possono tutto. Principio siffatto, contrario ai principii sostenuti dall’Inghilterra e dalla Francia stessa in altre occasioni, non può durare lungamente: è diametralmente in contradizione d’ogni