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tutti, che nou in tutte le teorie dei dottrinari francesi e nostri. Insegnerete che seguo del potere è l’iniziativa pel bene di tatti, la devozione alle aspirazioni del popolo, al bisogno di tutti: — che nessuno ha diritto di comando, se non ha e non rivela queste doti — che in uno stato libero, il Popolo rimane sempre padrone di giudicare, se chi regge adempia o no ai doveri che il potere impone. Insegnerete che non v’è popolo libero senza libertá illimitata d’Associazione e di stampa, né popolo d’ eguali senza il voto per tutti, senza l’obbligo per tutti di difendere il paese minacciato o assalito, senza insegnamento del Dovere Nazionale comune a tutti. Ma insegnerete anche che i diritti non sono se non conseguenza di doveri adempiti — che gli Italiani non saranno liberi mai e durevolmente, se non meritandolo col sagrificio e colla costanza — che non meritano libertá, finché lasciano i loro fratelli di Venezia e Roma in balía dell’oppressore straniero — e che Venezia e Roma non si liberano colle proteste, cogli indirizzi, colle minacce, o aspettandone la liberazione dalla diplomazia, dal Governo o da un uomo qual ch’ei si sia; ma facendosi pratici e attivi davvero, unificando il Partito, creando rapidamente la Cassa sacra all’Azione, concentrando tutti gli sforzi verso un solo punto obbiettivo, e sotto un’unica direzione. Voi insegnerete e praticherete queste cose, perché siete logici e amate sinceramente la Patria. Io vi seconderò, lontano, ed occorrendo, vicino, con tutte le forze che ancora m’ avanzano.

Londra, 26 giugno 1862. Vostro nella fede Giuseppe Mazzini.