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A’ MIEI AMICI.

Sovrastano gravi pericoli all’Unitá d’Italia se dura lungo tempo ancora la condizione provvisoria. E inoltre, è vergogna funesta che l’Italia forte ora di 22 milioni non trovi coraggio in sé o spirito di sagriflcio che basti ad emanciparsi con azione propria, con forze proprie. Da due anni l’Italia protesta ed empie l’Europa di lagnanze, d’ Indirizzi, di grida a Venezia! a Roma! senza movere un passo verso la soluzione. È uno spettacolo che fa scadere moralmente l’Italia nascente. È necessario escire da questo stato.

I due anni passati in promesse e minacce devono aver provato al Partito, che v’ò nella via tenuta un guasto radicale.

Questo guasto — come ho detto sovente — consiste nella mancanza di spirito pratico nel Partito stesso, nell’avere aspettato lo scioglimento de’ proprii fati, nello sperpero delle forze in piú direzioni, nella mancanza d’ unitá nell’azione, d’ un punto obbiettivo verso il quale si concentrino tutti gli sforzi, d’ una vera organizzazione e d’ un Fondo esclusivamente consecrato all’Azione.