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contro il popolo, imprigiona gli uomini che libera rono il Mezzogiorno perché tentano liberare le terre Venete, perseguita le Asso(5Ìazioni. e ammaestra Ga ribaldi che suo posto è la solitudine di Caprera. Spetta al paese di compire il Dovere Nazionale, che il Governo diserta. E gli uomini del Partito l’Azione non falliranno di certo al debito loro. Voi avete, dicono, un Governo regolare; rispettatelo: non v’assumete un diritto d’azione che impianterebbe un dualismo funesto. Noi non abbiamo Governo nostro in Roma e Venezia, ma oppressi, e stranieri oppressori. I nostri non scendevano l’Alpi per sommovere Torino o Firenze: tentavano salirle per sommovere Trento e Venezia: tendevano a continuare l’emancipazione della Nazione, a conrinuarla a prò’ vostro: cercavano un’altra Marsala. Non impiantavano un dualismo: movevano a distruggere quello che pur troppo esiste sulla terra Italiana. Vittoriosi, essi v’avrebbero posto ai piedi il frutto della vittoria: disfatti, voi li avreste sconfessati e perseguitati.
Ohe se il rispetto al Governo regolare incliiude per voi l’obbligo di sagrific:ne il Dovere Nazionale, agli errori, o alle colpe di chi sta in alto — l’obbligo di rinegare la solidarietá Italiana perché chi sta in alto nega o dimentica — l’obbligo di lasciare la libertá dei fratelli all’iniziativa di chi dichiara colla parola e coi fatti non potersi fare iniziatore — l’obbligo di troncare a mezzo la Rivoluzione unificatrice, perché chi sta in alto si sente fiacco o codardo: se l’esistenza tra voi d’un Governo qualunque, buono a tristo, attivo o inerte, negazione o affermazione del fine Nazionale, importa per gli Italiani obbedienza passiva -- rifatevi Austriaci.