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introduzione xxxi


Il contrasto fra le due Associazioni apparve sempre piú manifesto quando il 15 dicembre fu indetta un’adunanza dei Comitati di Provvedimento. Nei giorni precedenti il Bellazzi, che oramai aveva preso posizione contro la nuova associazione, era andato ad audiendam verbum a Caprera, informando Garibaldi del pericolo di qualche eventuale competizione; e il generale aveva deciso di non presiedere l’adunanza, incaricando l’Avezzana di sostituirlo.1 Aveva però inviato al Comitato Ventrale una lettera che era uno squillo di guerra, come tutte quelle sue di quei giorni, nella quale accennava agli «ostacoli frapposti dai nostri nemici, dai finti amici,» spronando a stringersi «ancor piú al Vessillo del Re Galantuomo» e incitando «mutuamente e solennemente al santissimo convegno dell’ultimo campo di battaglia2

L’adunanza fu assai numerosa e vi fu chi la considerò un’assemblea parlamentare, poiché v’intervennero «molti deputati dell’opposizione e molte persone, conosciute e distinte per fede e per servizi prestati alla causa della libertà.» Se non che, fino dalle prime discussioni apparve evidente il contrasto fra le due associazioni, poiché l’Unitaria Italiana aveva inviato tre suoi membri a rappresentarla; e l’opposta tendenza fu palese quando M. Macchi ribadí il suo concetto

  1. È notevole una corrispondenza da Genova il 30 ottobre 1861 all'Unità Italiana di Milano, del 3 novembre successivo: «Mi dicono che sullo stesso vapore [su cui a’ era imbarcato S. Türr] è partito Bellazzi, membro del Comitato Centrale, per assicurare forse la vita ai Comitati di Provvedimento, che altri troppo leggermente si era ripromesso di far sciogliere nell’interesse della quiete e dell’ordine. Se parte per un tale oggetto, auguriamo prospera riuscita al suo viaggio
  2. Fu pubbl. nel Movimento del 16 dicembre 1861.