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pirsi. E in Venezia conquistereste anclie Roma. Chi mai. rimosso l’ultimo pretesto all’occupazione. oserebbe contendere ai vincitori dell’Austria, forti dell’entusiasmo di popoli emancipati per essi, sicuri da ogni altro assalto ed educati alla coscienza di poter vincere, chi mai. dico, oserebbe contendere Roma?» Queste cose io direi, potendo, alla vostra adunanza: e voi, se vi sembrano utili, le ridirete per me. — Ma in ogni modo, è necessario che tutte le forze della Democrazia Nazionale si concentrino in un solo ordinamento da un punto all’altro d’ Italia. — È necessario che tutti i suoi atti si concentrino intorno a un disegno prestabilito, verso un punto obiettivo. Venezia o Roma. — È necessario che tutti i suoi nuclei diano opera assidua, instancabile, a raccogliere sollecitamente i mezzi indispensabili all’impresa, qualunque essa sia. — La virtú iniziatrice — e mi toccherá ridirlo sovente — non è oggi nelle sfere officiali: dorme nelle viscere del Paese, e conviene destarla. — Suoni unanime, per mezzo della J3emocrazia unificata, la grande voce d’ Italia: suoni franca, ardita, leale, pura d’ipocrisie e di menzogne: suoni rampogna ai tiepidi, annunzio di volontá irrevocabile ad amici e nemici, e ispiratrice di fiducia alle moltitudini. Non distruggete, non rovesciate, non irritate con lotte inutili; ma schiudete un varco all’azione, fate ciò che altri non fa contro il nemico comune, e tutti vi seguiranno. — Non fidate in promesse d’anima viva, ma in voi stessi e nel programma della Na zione. — Non logorate le forze in agitazioni che non tendano all’attuazione d’ un concetto pratico: ma dirigetele tutte ad un fine preordinato, salvo a mutarne indirizzo, ove le circostanze ne affaccino un altro migliore.