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risultati che voi cercate. la Roma sta l’Unitá della Patria; ma in Venezia sta la missione del popolo italiano tra i popoli schiavi, tra le Nazioni chiamate a sorgere: nella nostra guerra colPAustria sta l’insurrezione dell’Ungheria; della Boemia, della Galizia, della Grecia e delle popolazioni che s’agitano, irrequiete di vita, in quell’Austria d’ Oriente che chiamano Impero Turco: e in quelle insurrezioni sta l’avvenire europeo, sta l’impianto d’ un nuovo equilibrio, fondato sulla natura delle cose e sul diritto: sta un’ alleanza di Nazioni giovani coll’Italia iniziatrice ad esse di libertá, sta la rovina del dispotismo, ovunque esso sieda. E l’Austria non ha prestigio che accechi o tenga in forse gran parte dei vostri concittadini: non ricordi fuorché di odio profondo dai popoli, che si leveranno in un subito a seguir con fatti, pari a quelli del 18IS, la vostra iniziativa: non forza reale — minata com’è dal misero stato delle finanze, dal malcontento degli elementi diversi, componenti l’esercito, e dal terrore dei moti interni soprastanti — se non nell’inerzia altrui. E la vostra iniziativa popolare sulle terre venete trascinerebbe imperiosamente, come nel 1818, il Governo vostro a seguirvi. E il vostro Esercito regolare, poiché r entusiasmo risuscitato da Garibaldi nel Sud restituirebbe ad esso i sessanta mila uomini che oggi vi stanziano, e i volontari che dalle terre lombarde e da tutti i punti d’ Italia accamperebbero all’Alpi, sarebbero, cogli aiuti che verrebbero dall’insurrezione, piú che sufficienti all’impresa. Né a me spetta ora additarvi le ardite operazioni, che potrebbero fin d’ora assicurarne il trionfo: ma esistono e possono, sol che voi vogliate davvero, com-