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di dimenticare clie, quanto l’Italia ottenne finora, lo ottenne contro le intenzioni straniere, per forza d’armi, pei volontarii, per GJ-aribaldi, pel valore espresso con risolata insistenza del popolo — li accuso di dimenticare che la tattica e il gesuitismo governativo non ci fruttarono sinora che la turpe cessione di Savoia e iSTizza — li accuso di dimenticare che 1 popoli non furono mai grandi se non quando furono virtuosi e si mostrarono tali: ch’essi sono a capo di un popolo in rivoluzione, al quale non verrá vittoria se non dal credere in sé, dal convincere altrui della sua volontá e dall’opere: che essi sono chiamati ad essere educatori del popolo che governano e che, istillando ad esso dall’alto l’abitudine della menzogna, la diffidenza delle proprie forze, il Machiavellismo dei popoli che decadono, preparano corruttela e rovina alla giovane Patria e infamia a se stessi — li accuso di dimenticare che il difetto d^ iniziativa fu sempre suicidio ai governi e sorgente ai popoli d’anarchia e di crisi tremende. E dico che per la via ch’oggi involontariamente calchiamo noi camminiamo inevitabilmente a crisi siffatte, e forse, sperda Iddio il pericolo^- a disfare il giá fatto. A questi mali è necessario, urgente, imporre, governativamente o popolarmente, rimedio.
E i rimedii sono semplici e additati" in modo dagli istinti del nostro popolo che mal s’ intende la ripugnanza del Governo ad usarli, dacché lo farebbero forte, e non implicano sovversioni o questioni di forme politiche.
Sappiano gl’Italiani per dichiarazione Governa tiva, che non si tosto Roma potrá accoglierla, un’Assemblea í^azionale davvero, escita dal voto di tutti, detterá il Patto irrazionale, espressione della nuova