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sacra: l’Unitá è la vita tua nel futuro: serbala, checché avvenga:» ma altri influiti, Murattiaui, Borbonici, Papisti. Federalisti susurrano al popolo: vedi che t’ingannarono; dove sono per te i frutti del mutamento? Tu non mutasti che di padrone: vieni a noi: noi oggi impareremo i tuoi dolori, i tuoi bisogni e chiameremo te stesso nella pienezza della tua vita locale, a trovare e applicare i rimedii.» E l’istinto dell’Unitá è assai potente nel popolo d’Italia; pur nessuno deve aspettarsi miracoli, e un anno ancora di malcontento fondato, può fariji davvero retrocedere sulla via e rovesciarsi in ribellioni locali e guerre civili, che darebbero adito ai lunghi avidi disegni dello straniero.

E se quei che governano le cose nostre fossero e si mostrassero educatori onestamente severi del popolo — se colla diritta tendenza delle opere loro e colla virile dignitá del linguaggio, gli insegnassero il rinnovamento delle virtú, che un tempo lo fecero grande, il sagriflcio del presente al futuro, la coscienza d’ una forza che sará irresistibile quando che sia — il pericolo scemerebbe. Ma le opere e il linguaggio degli uomini locati in alto tendono — e accenno qui al secondo pericolo — ad accrescerlo, I sfibrando il popolo, sviandolo dalla moralitá, sola custode delle nazioni, specialmente nascenti, chiamandolo a guardar nelle cose soltanto l’utile del presente, negli uomini soltanto gl’interessi che possano sedurli a uno o ad altro partito. Diresti che, sentendosi inetti a reggere i fati di una Italia gigante, s’ adoprassero deliberatamente a farla pigmea. A capo di un popolo di 22 milioni, forte per poter ciò che vuole, essi mendicano la libertá di Roma col linguaggio del servo e del fiacco, non osano quasi