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xxviii introduzione


avvertire i volontari che nessuno arruolamento è stato da me promosso né consigliato per ora1

Se non che, fino dai primi mesi della loro costituzione, i Comitati di Provvedimento procedettero con grande fiacchezza, adoprandosi quasi esclusivamente a redigere statistiche dei volontari dell’esercito meridionale, a soccorrere i garibaldini piú indigenti, anche quando, nell’aprile del 1861, il Comitato Centrale di Genova, per volere di Garibaldi, fu rafforzato da due nuovi membri, A. Sacchi e G. B. Cuneo;2 e non ostante questa loro azione cosí limitata, furono invisi al Governo. Anzi il 3 aprile 1861 la polizia genovese opera una perquisizione negli uffici del Comitato Centrale, al fine di «riconoscere se si facessero illeciti arruolamenti.»3. Al Mazzini premeva invece che i Comitati di Provvedimento fossero piú attivi, promuovessero la sottoscrizione di protesta per l’occupazione francese in Roma, si ponessero in contatto con gli esuli veneti, infine si avvicinassero all’elemento operaio. A questo fine nel giugno aveva redatto uno statuto col proposito di organizzare e di disciplinare in tal senso l’opera dei Comitati di Provvedimento, inviandolo l’11 giugno a F. Bellazzi, al quale scriveva: «Eccovi abbozzo di Statuto. Potete aggiungervi ciò che volete, ma è meglio piantare le basi generali e fare il resto con Circolari successive. È chiaro che bisogna condurli ad una affiliazione regolare di membri come in tutte le associa-

  1. Unità Italiana di Milano, del 21 gennaio 1861.
  2. Nel Museo del Risorgimento di Roma si conservano ventidue copialettere che contengono la numerosa corrispondenza che F. Bellazzi ebbe nella sua qualità di segretario del Comitato Centrale di Genova dei Comitati di Provvedimento per Roma e Venezia.
  3. Ved. la protesta di F. Bellazzi. nell’Unità Italiana di Milano, del 6 aprile 1861.