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italiana, traditi dieci volte da promesse governative, e nondimeno illusi i piú, tuttavia, dietro a sogni d’emancipazione per vie diplomatiche, o peggio per vie di disonorevoli aiuti stranieri, e incapaci d’intendere, che, solamente con armi di popolo, può riconquistarsi a libera vita il suolo ove nacquero — un Partito, forte di numero e capace, negli individui che lo compongono, di sagrificio. e nondimeno incapace d’ordinarsi ad opera pratica e collettiva, incapace d’imitare la terra, dalla quale io scrivo, ad armarsi, incapace di raccogliere in pochi mesi la misera somma necessaria all’impresa — una rivoluzione Xazionale, trionfante su 22 milioni di popolo e che ha, volendo, in pugno le sorti d’Europa, trascinarsi immiserita da uomini che non ebbero mai fede in essa, e che nondimeno son chiamati a guidarla, tra le ambagi d’una politica servile all’estero, antipopolare all’interno, senza concetto, diffldente d’ogni indizio di vita collettiva, e ostile a ogni ispirazione che non venga dal cerchio d’ una consorteria d’ uomini inetti, e diseredati a un tempo di tradizione e d’ iniziativa, ^la voi, giovani che amate la Patria e sentite a fremervi dentro la potenza d’ un popolo avvezzo a sorger gigante, voi che intrav vedete in Koma il pegno piú potente dell’Unitá e della vera concordia nel Patto ISTazionale che deve escirne, e in Venezia, nel sorger delle popolazioni aggiogate oggi all’Austria e che aspettano il segnale da noi, il cominciamento solenne della missione d’Italia in Europa, imparate a farvi forti di quel genio pratico che distingueva i nostri padri; stringete da un capo all’altro d’Italia la lega dei giovani, fondate con un Patto che unisca a un fine comune le Universitá, la falange sacra del Partito d’Azione: fatevi apostoli dell’unificazione,