conseguire l’unità e la libertà d’Italia; 3° Di raccogliere tutte le volontà e tutte le forze operose d’Italia, acciocché si trovino ordinate e pronte per il giorno dell’azione.» Il Guerrazzi, che era presente all’adunanza, osservò che dubitava della convenienza «di designare come scopo dell’attività dei Comitati Roma e Venezia, sembrandogli che ciò poteva generare cause molte e gravi di opposizione dirimpetto al Governo, il quale con atti e con parole aveva dimostrato abborrimento di ogni sussidio da parte della democrazia;» ma dopo le repliche di M. Macchi e del Brofferio accettò la «proposta designazione,» raccomandando però che si instituisse «una consulta legale, la quale avesse per iscopo di suggerire pronti rimedi di tutela e di difesa contro tutto ciò che fosse il Governo per adoperare d’illegale e di violento a danno dell’esercizio dei Comitati e dei cittadini allo scopo di conseguire il fine proposto nella deliberazione,» Anche nella discussione del primo articolo intervenne il Guerrazzi, il quale propose «che si indicasse in esso il debito di escludere dalle future elezioni i 229 deputati che votarono per la cessione di Nizza e Savoia;» ma l’aggiunta fu modificata, su proposta di M. Macchi, nel modo seguente: «colla esclusione di quei deputati che votarono lo smembramento d’Italia col trattato 24 marzo 1860.»1
- ↑ Questa proposta del Guerrazzi corrispondeva ai desiderii del Mazzini, che scrivendo ad A. Saffi nel gennaio del 1861 osservava: «Pubblicherei, se fossi in voi [nel Popolo d’Italia], la lista dei 229 votanti la cessione di Nizza, per mettere gli elettori in guardia.» Ved. l’ediz. nazionale, vol. LXX, p. 277. Non era però stata approvata da Garibaldi, poiché F. Bellazzi, che aveva recato a Caprera la relazione dell’adunanza del 4 gennaio, in una lett. all’Unità Italiana, che l’inseriva nel n. del 12 di quello