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L’esercito è la gemma d’ Italia. Nemico d" Italia sarebbe chi tentasse dissolverlo.

Xé, anch’oggi, noi cospiriamo, fuorché per l’Unitá della Patria, per la rapida emancipazione da ogni straniero, per convincere la monarchia di vivere di vita italiana davvero e compiere, s’ è in essa di farlo, il debito suo. Ben cospirano — e piú etíícacemente eh" altri non pensa — a danno della monarchia, gli uomini i quali pur protestando di volere Venezia e Komn. mantengono l’esercito inetlicace ad appoggiare virilmente i negoziati o a tradurli, occorrendo, in minaccia: e protestando di volere forte il paese, ricusano armarlo, e protestando di volere l’Italia concorde s’ostinano a non prometterle leggi me invece di leggi improvvisate tredici anni addietro pel Piemonte, quando nazione non era: condannano con imprudente ingratitudine al bando d’inerzia in Caprera l’Unico uomo che oggi in Italia sia potente ^ fare e ad unirei guardano con diffidenza e sfavore un popolo che s" è dato con entusiasmo di fiducia alla bandiera monar chica. rigettano nella sfera dell’opposizione ogni buona e santa manife;stazione di vita, ch’essi potrebbero e dovrebbero far propria e dirigere, e versano persecuzione e calunnie contro un partito che con esempio raro d’abnegazione ha, dalle terre lombarde in fuori, conquistato il paese all’Unitá in nome di una bandiera non sua. Ma di ciò vedano essi e il paese. A noi non corre debito fuorché di non violare le nostre promesse.

28 settembre 1861. GiusKHi’K Mazzini.