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cidersi, ditíftculi all’entusiasmo, non si arrestano a mezzo, quando accettano finalmente un partito. Il giorno in cui la necessitá delle cose li costringerá all’azione — e quel giorno incerto può sorgere domani — essi andranno piú innanzi ch’altri non pensa. Un’altra grave ragione di difficoltá pel Govertio è la questione polacca. La nazione, a dir vero, non n’è commossa quanto dovrebbe: la questione delremiuicipazione predomina sulle menti. Ma le scene sanguinose di Varsavia eccitarono biasimo universale. I buoni negano teoricamente ogni diritto della Russia, o meglio, del (loverno russo sulla J’olonia. e accettaiío la questione di nazionaíitá sn larghe basi: pendono incerti sulla definizione dei limiti. J)eve essa ricostituirsi nei limiti del primo o del secondo smembramento? Comprenderá essa il legno, il gran ducato di Posen. Cracovia, etc. etc. o dovrá stendersi alla Lituania, alla Russia bianca, all’Ukiaina, alla Podolia. alla Volhynia. alla (lallizia, fors’anchea Kiew e a Smolensko? I piii tra i Polacchi non s*aj)pagano che della seconda circoscrizione: taluni vorrebbero l’espingere la Russia oltre il ^^’olga. La questione è naturalmente perplessa pei Russi, e quella perplessitá inceppa l’espressione dell’opinione. Comunque io senta — e non è qui il luogo di dirlo, dacché non intendo accennare che- alle opinioni dei iiussi — intorno alla difficile questione della frontiera,^ credo sia oggi prematura: e credo che se a quella i Polacchi potessero nelle loro polemiche sostituire la piú importante per l’Europa — quali saranno i principii che la Polonia ricostituita rappresenterá — riescirebbe piú facile l’accordo coi migliori tia i Russi. Sará la Polonia indipendente, monarchica, aristocratica, cattolica? Sará essa demo-