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dato se a queste abitudini sotteutra uii sol giorno l’azione.

Ho detto che il malcontento è generale, ed è vero. Ogni fiducia nel Governo è svanita. Finanza, industria, commercio, accennano egualmente la crisi. I tentativi di riforme praticati nei diversi rami, provano che il Governo lo sa: ma le riforme tentate a mezzo, come le tenta ogni monarchia, accelerano la rovina del vecchio sistema, non collocano in sua vece il nuovo invocato. 1 fallimenti intanto colpiscono le case piú solide; il cambio aggrava giornalmente il commercio di perdite considerevoli: le importazioni aumentano e l’esportazione diminuisce: l’oro e l’argento spariscono; la carta-moneta, stromento principale di circolazione, scade progressivamente di prezzo: il Governo ha confessato l’emissione di quattrocento milioni di rubli d’argento (1.600 milioni di franchi] in cart -moneta al tempo della guerra di Crimea, e rifiuta l’obbligo assunto di cambiarla in moneta metallica. Da un lato il riucarimento degli oggetti, dall’altro l’aumento regolare del deficit. preparano una crisi finanziaria tremenda. E il presentimento aggiunge ai nemici del Governo anche quella classe d’uomini noncuranti, fuorché negli interessi materiali, e tra i quali stavano i siioi migliori alleati. L’ emancipazione era stata considerata da molti come un rimedio; ma anche quella illusione va dileguandosi: quell’atto incompiuto tende a impiantare uua nuova specie di servitú. Le basi del nuovo regolamento non toccano le radici del male. Invece dell’emancipazione immediata che si aspettava, i contadini incontrano una dipendenza assoluta dai proprietari per altri due anni.