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introduzione xix

delle nazionalità.1 Quella replica giunse tardi a conoscenza del Mazzini; e non appena n’ebbe cognizione, si affrettò a ribattere le accuse che gli erano state mosse, con una lettera «Ai signori Rodbertus, von Berg e L. Bucher,» che fu inserita nell’Unità Italiana del 21, quindi nel Popolo d’Italia del 27 aprile; e nel primo di quei periodici era preceduto dalla seguente avvertenza: «Allo scritto di Giuseppe Mazzini l’Italia e la Germania, da noi pubblicato, è già qualche tempo, nell’Unità Italiana, fu risposto con una lettera firmata da tre tedeschi, a noi ancora ignota. Sappiamo però che in quella lettera oltre al propugnarsi la necessità ohe la Germania si opponga al riscatto di Venezia per conto nostro, finché il Governo Sardo (alleato di Bonaparte) rimarrà alla testa del movimento italiano, si difendono in essa dottrine contrarie al principio di Nazionalità, e si accusa Mazzini d’avere a danno della Germania una debolezza per i Croati, e di nascondere il suo vero fine. A confutazione di queste accuse e di quelle dottrine, comparve ora lo scritto che qui pubblichiamo tradotto dal tedesco, e sul quale invochiamo, attesa la grande impor-

  1. Già dal 12 gennaio 1861 egli aveva scritto a K. Blind: Je sais que les Allemands patriotes se préoccupent beaucoup de notre guerre future pour la Vénétie. Il y a des points sans doute sur lesquels il est possible que la fatalité historique nous pousse à nous quereller entre nous. Mais, si méme on croyait cela inévitable, on devrait se taire aujourd’hui par tactique. Toutea les ménacea prussiennes ou germaniques fortifient l’ennemi commun dont on a peur.... Le seul language qu’on devrait, selon moi, tenir en Allemagne est celui que nous tons tenons aux Italiens. Ce language serait utile à vous comme à nous, à la liberté. Je crains bien qu’on se prépare en Prusse, à aller au delà. Si cela se vérifiait, je crois que j’écrirai quelque chose moi-méme aux Allemands.» Ediz. nazionale, voi. LXX, pp. 284-285.