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amministrative in un capo-luogo dove l’aria è malsana.^ Tutti ([uesti errori stanno registrati con altri nel giá citato opuscolo di Manca J.eoni. Il Governo li confessò, non li corrèsse.

10 lo dissi piú sopra. Il Governo non vide nella Sardegna che una colonia dove aviebbero potuto impinguar negli uffici, fruttando ad esso gratitudine e appoggio dalle famiglie, tutti quei giovani di schiatta patrizia, ai quali la mala condotta, pubblicamente avverata, avrebbe conteso gli uffici continentali. E si governò in quella guida, né curò d’altro, o delle conseguenze fatali che dovevano essere inevitabili da un sistema corruttore e immorale. Mancò al Governo finauco il pudore dell’ipocrisia. Notano gli storici, che fin dal regno di Vittorio Amedeo III, il ministro Calamandrana. non solamente mandava a uffici in Sardegna giovani colpevoli di colpe gravi, ma quasi sdegnando serbarsi una sola possibilitá di discolpa, li annunciava tali nei suoi dispacci. E pochi anni sono all’Asproni, che dava prove della tristizia d* un alto impiegato, un ministro rispondeva freddamente: io sono informato anche meglio che ella non è. dell’indole pessima e della nefanditá di quell’uomo, ma non soppiamo dóve impiegarlo. Ben ripigliava l’Asproni: nelle galere: se non che un ministro capace di quella risposta, meritava d’andarvi egli primo. Ed è antica e generale abitudine degli uomini di governo in Pieuíonte. Ricordo che nel 1848 — e ne pubblicai documento in quel tempo — mandavano da Torino colonnelli ai nuovi leggimenti lombardi, ufficiali ch’erano stati, per sentenza di consigli di guerra, cacciati vergognosamente dall’esercito piemontese. 11 Governo piemontese fu sempre Governo di consorteria: dura tale in oggi, comunque battezzato