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jiati uellu capitale, avrebbero screditato il goveruo. La Sardegna, terra di 1560 leghe quadrate, capace e forse popolata, ai teuipi di Eoiua, di due milioni di uomini, numera oggi meno di 600,000 abitanti. Un quarto appena della superfice agricola è dato alla coltivazione. V incontri per ogni dove fiumi senza ponti, sentieri affondati, terre insalubri per lungo soggiorno d’acque stagnanti, che potrebbero coi piú semplici provvedimenti derivarsi al profondo delle valli. Il commercio interno, privo di vie di comunicazione, è pressoché nullo. La Gallura, circoscrizione che comprende un quinto dell’isola, non ha una strada che hi rileghi all’altre provincie. Le crisi di miseria vi sono tremende. Negli anni 1846 e 1847, un quinto della popolazione mendicava da Cagliari a Sassari. L’emigrazione dovè talora interrompeisi per decreto. Come nel primo periodo d’incivilimento, sola ricchezza del paese è la pastorizia errante. Un secolo e mezzo di dominio di casa Savoia non ha conchiuso che a provocare l’insulto del francese Thouvenel: La condizione della Sardegna è condizione DI BARBARIE CH’È VERGOGNA AL GOVERNO SARDO (Thouvenel a Lord Cowley; v. disp. dei 10 luglio 1860. Collezione parhnnentare). Il governo non curò l’Isola che per le esazioni.

Io rimando chi non crede ai viaggi d’un testimonio non sospetto. Alberto Lamarmora. alla collezione degli Editti e Pregoni pubblicata in Cagliari sul finire del secolo scorso, poi all’opuscolo Le nuove leggi e la Sardegna di Salv. Manca- Leoni. Sassari, 1860: all’altro II governo e i Comuni di G. B. Tuveri. Cagliari 1860:;ille relazioni di quanti stranieri s’affacciarono all’isola, e alle statistiche. La Sardegna ha una storia di dolori, d’oppressioni, d’arbitrii