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Veneto: aiuto, die trascinerebbe con sé l’impossibilitá (li contendere albi Francia un compenso territoriale: è necessario insistere sul!’ arnuiniento nazionale, e trarre dai ventidue milioni d’uomini che compongono oggi l’Italia, tante forze che bastino a compire, senz’aiuto straniero, l’impresa. La Sardegna fu sempre trattata con modi indegni dal governo sardo; sistematicamente negletta, poi calunniata: bisogna dirlo altamente, perché quella importante frazione del nostro popolo, sappia che noi non siamo complici delle colpe governative, che conosciamo e numeriamo quelle colpe, e che intendiamo cancellarle, appena l’Unitá conquistata, ci dará camj)0 di provvedere alla libertá e all’ordinamento interno, sociale e politico. Si. i molti e lunghi dolori della Sardegna, non trovano che silenzio e indifferenza tra noi: — se Bonaparte scende una seconda volta a combattete a fianco del nostro esercito, sulle nostre terre — la Sardegna è perduta per noi. Avremo, dopo una o due vittorie, chi saprá giovarsi dell’improvvida servile ebbrezza d’ammirazione dei molti, per manifestare senza pericolo grave, il disegno or negato: avremo, come per Nizza, uomini, i quali s’atteggeranno, smeml^rando la patria, in sembianza di chi compie un eroico sagriflcio a prò’ d’essa; giornalisti, che proveranno essere la Sardegna una mera appendioe d’Italia, gettata da Dio sul Mediterraneo, unicamente per procacciarci alleanza eterna colla Grande Nazione; oratori governatori, i quali trarranno, senza arrossire, partito contro la povera Sardegna del malcontento, che appunto l’obblio e la perversa amministrazione del governo v’hanno creato: una di quelle parole d’abbandono dall’alto che dicono ai popoli: i vostri fati sono irrerocabUwente segnati: