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E allora, io era solo nella rivelazioiie di quel diseguo: oggi m’appoggiano le informazioni date da gli agenti inglesi al loro troverno.
Il 2’2 maggio 1860, Lord John Eussell commetteva a sir James Hudson, in Torino, di dire al conte Cavour, che il Governo inglese, informato di un disegno per la cessione della Sardegna alla Francia, protestava e chiedeva promessa formale di non cedere territorio italiano. Il dispaccio era comunicato il 26 a Cavour.
Il 10 luglio, nuovi avvisi determinarono Lord John Russell a interpellare, per mezzo di Lord Cowley, il ministro Thouvenel su quel doloroso disegno. Il 23 luglio, malgrado le assicurazioni ricevute, il ministro inglese insisteva, come chi sa, e dicliiarava che progetto sittatto sarebbe considerato come cosa gravissima dall’Ingbilteira.
E mentre i ragguagli giunti da piú parti al Governo inglese convalidavano i ricevuti da me, Giuseppe Garibaldi aveva in Sicilia, e da sorgente interamente diversa, comunicazione dell’accordo fatto in proposito fra Luigi Napoleone e Cavour. L’accordo, certo per me, è dunque, non foss’ altro probabile, per qualunque non voglia appagarsi delle mie paiole; e la freddezza, colla quale la stampa italiana accoglie la protesta palermitana, è colpevole. A impedire un fatto probabile, l’opinione deve insorgere i>rima; non serbarsi a quando il fatto è compiuto, o sta per compiersi. Gli Italiani dovrebbero ricordare con profondo rimorso, che il mercato di Nizza ebbe luogo, perché il silen/.io di tutti gli elementi che, dal re fino al popolo, compongono lo Stato, tolse all’Europa dissenziente ogni possibilitá di mutare il biasimo in opi)osizione dichiarata e minacciosa.