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introduzione | xvii |
a Karl Blind, il quale, evidentemente rispondendo alla lettera del 17 gennaio, aveva spronato l’amico a scrivere in proposito, offrendosi come traduttore e indicando il modo perché l’articolo si potesse pubblicare in Germania. «Pouvez-vous réaliser votre offre fraternelle» — scriveva infatti il Mazzini, inviando al Blind il suo articolo — «et croyez-vous devoir le faire? Je voudrais bien que quelques mots de moi paraissent sur la question actuelle, en Allemagne.»1
K. Blind fu pronto a corrispondere al desiderio dell’amico, e dello scritto di lui eseguì egli stesso una traduzione, che però il Rodhertus, nella sua replica al Mazzini, giudicò «eine nicht ganz treue deutsche Uebersetzung;» e la fece stampare a Londra con la falsa data di Berlino.2 Ma nel frattempo il Mazzini provvedeva che quel suo scritto fosse dato a luce nel testo originale italiano, e il 3 febbraio, inviandone al patriota tedesco una redazione francese, avvertiva: «L’Italien paraîtra en Naples dans une semaine. Vous pouvez publier en allemand, si cela peut être inséré quelque part, avant ou après comme il vous plaira;» ed infatti, indirizzato a K. Blind, U articolo comparve nel Popolo d’Italia del 14 febbraio 1861, e di là, come «lettera ad un tedesco,» nell’Unità Italiana di Milano, del 28 dello stesso mese.
Lo scritto mazziniano, nella traduzione tedesca, ebbe ampia diffusione in Germania. In una corrispondenza da Stuttgart, in data 25 marzo 1861, all’Unità Italiana, che l’inserì nel n. di tre giorni dopo, era avvertito: «La stupenda lettera sull’Italia e Germania,