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il prestigio, contro il quale noi combattiamo, (V una bandiera protetta dalla simpatia dell’Europa. Da trenta anni io combatto, quanto i miei poveri mezzi concedono. l’Autoritá che non rappresenta la giustizia, la veritá, il progresso e non riconosce come suggello il consenso dei popoli: la combatto qua lunque nome essa porti, di Papa. Tsar, Bonaparre o nazionalismo oppressore. L’anima, giovine tuttavia malgrado gli anni, mi si solleva commossa d’entusiasmo davanti al bel moto di popoli che i)resentono un’epoca, una vita nuova. Ma io ricado nel dolore e nel dubbio, vedendo il come si presti oggi, senza pur mostrar d’ avvedersene, forza al solo potere che minacci in l^juropa d’indugiare quell’epoca, di soffocare o sviare la nuova vita.
Non esiste oggi che un solo pericolo veramente grave per l’Euroiía. 11 pericolo non è la libertá di Venezia, o che 500.000 Italiani collocati al di qua dell’Alpi nel Tirolo italiano si ricongiungano alla madre patria, o che la debole Casa di Savoia raccolga per un tempo il frutto dell’opera del principio rivoluzionario. Il pericolo è l’Imperialismo. 11 i)ericolo è che lo Tsar dell’Ovest possa nascondere il pen siero usurpatore dei Bouaparte fra le pieghe d’ una bandiera che l’Europa saluta bandiera di Rigenerazione e Giustizia. Il i)ericolo è che 37 milioni di Francesi, prodi, forti d’una immensa coscienza d’unitá, avidi di gloria, s’avvezzino a vedere in quell’uomo il rappresentante d’una grande idea. Ed è dolore lo scorgere come gli stessi uomini i quali piú abborrono e temono quel potere, giovino inconsciamente il suo gioco e ne promovano i disegni. Quest’uomo ha l’ingegno, che manca agli uomini del Governo inglese, e manca, signori a voi. d’inten-