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ogai servile paura, ogni egoismo, ogni cieca idolatria, ogni obliqua dottrina di politica machiavellica, ogni tendenza immorale nella scelta dei mezzi, ogni fiac. chezza di diffidenza nelle vostre forze, ogni abito codardo d’ inerzia. Contemplate e trattate santamente r impresa, come i credenti cristiani si consecravano al sacerdozio. La vostra è opera religiosa. A^oi siete chiamati ad essere sacerdoti d" un’Epoca di Progresso e di Civiltá.
Nazionalitá: è questo il seguo, l’intento primo, l’idea dominatrice dell’Epoca nuova.
Materialisti, cosmopoliti, socialisti, uomini del Diritto Divino e delle caste regie, hanno fatto a gara perché i popoli fraintendessero o profanassero questa idea. Gli uni riducendo la questione per entro i limiti áeíV interesse locale e sopprimendo quindi ogni concetto di missione, di dovere da compiersi verso l’Umanitá, le diedero quei caratteri d’ egoisnio, di gelosia, di reciproca ostilitá, che generarono gli odii e le guerre degli ultimi secoli. Gli altri, intelletti l)urameute negativi e meschini, si ribellarono contr’essa. pretesero sostituirle un concetto che collocando V individuo solitario, isolato, di fronte all’Umanitá, lo trascinerebbe prima al sentimento della propria impotenza, poi all’egoismo. Gli uomini delle razze regali fondarono la nazionalitá sull’arbitrio e sulla conquista, chiamarono nazione quanto era aggregato d’usurpazione e d’ambizione dinastica. Ma l’idea era santa, immortale e parte del diseguo educatore, attraverso il quale Dio guida l’Umanitá: e l’istinto dei popoli, piú logico, piú morale segnatamente che non la scienza dei fautori di sistemi, le serbò fede. Le insurrezioni del 1848 sgorgarono tutte, fuorché in Francia — dove il moto repubblicano fu nondimeno