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che firmarono, uomo ch’io conosco ouestissimo e desioso del bene, bensí traviato dall’indole scettica dell’intelletto e da un terrore poco avveduto delle intenzioni di Bonaparte.
Voi non siete scettico sulla potenza del popolo e guardate, senza terrore, ai disegui dell’Imperialismo. A voi dunque e a quanti vi somigliano spetta di dire e ridire ai vostri fratelli di Patria che s’ essi seguissero \íí via segnata dagli oppositori della nostra unitá, nuocerebbero a noi e a se stessi e non gioverebbero se non al Bonapartismo ch’essi combattono. Io vado predicando a’ miei compatrioti: s< Badate: combattete soli per la vostra Unitá: perché, se avrete Bonaparte con voi. avrete nemica l’intera Germania e forse l’Europa: e a buon dritto.» Ma ogni voce che dalla Germania viene a negarci anzi tratto le nostre Alpi e a minacciarci d’ aiutar l’Austria sulla linea del Mincio, combatte l’efficacia del mio linguaggio e somministra il piú potente fra gli argomenti a Cavour: «Voi avete tutti nemici: tutti vi contendono ciò ch’è vostro. Non basterete soli al conflitto. V’è indispensabile un alleato, e noi l’abbiamo in Luigi Napoleone.» Dite queste cose ai vostri compatrioti per noi. Noi. Partito Nazionale d’ Italia, abbiamo dato pegni sufficienti della nostra fede per essere creduti. Noi non parteggiamo per l’Impero. Noi respingemmo le insinuazioni che tendevano a impiantare nel Centro una dinastia napoleonica. Noi emancipammo il Sud in onta ai divieti che ci venivano da Parigi. Non badate ad articoli dei giornali venduti e sprezzati: noi non saremo parte mai a invasioni delle vostre provinole. Noi invochiamo per noi e per tutti il libero spontaneo voto dei popoli. Secondateci su questa