Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/180

132 dei doveri dell’uomo. [1841-1860]

Io so la condizione dei più tra voi; pur non manca a taluni la possibilità, per ventura di lavoro non interrotto o meglio retribuito, di raccogliere, economizzando, fra diciotto o venti, la piccola somma che vi basterebbe a iniziare il lavoro per vostro conto. E dovrebbe sostenervi in questa economia la coscienza di compiere un solenne dovere e di meritare l’emancipazione invocata. Potrei citarvi associazioni industriali, or potenti di mezzi, che s’iniziarono in Inghilterra col versamento d’un soldo per giorno da un certo numero di operai. Potrei ripetervi parecchie storie di sagrifici eroicamente durati in Francia ed altrove da nuclei di operai, oggi possessori di capitali considerevoli, simili a quella sulla quale troverete alcuni particolari in calce a questo volumetto. Non v’è quasi difficoltà che una volontà ferma mantenuta dalla coscienza di fare il bene, non superi. Voi potete contribuire coi vostri risparmi e dare al piccolo fondo primitivo un aiuto in danaro o un po’ di materiale o qualche stromento da lavoro. Potete, mercè una condotta che frutti stima, raccogliere piccoli imprestiti da parenti o compagni, i quali diventerebbero semplicemente azionisti nell’associazione e non riceverebbe l’ammontare del loro imprestito che sugli utili dell’impresa. Per molte delle vostre industrie, nelle quali il prezzo delle materie prime è tenue, il capitale richiesto per iniziare il lavoro indipendente è piccola cosa. Lo avrete volendo. E sarà meglio per voi se la formazione di quel piccolo capitale sarà tutta vostra, frutto del sudore della fronte o del credito che avrete, operando bene, acquistato. Come le Nazioni serbano meglio la libertà che conquistarono col loro sangue, le vostre associazioni troveranno migliore e più pru-