Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[1841-1860] | dei doveri dell’uomo. | 131 |
E l’associazione porrebbe evidentemente rimedio a queste ed altre cagioni il perturbazione o d’inferiorità nella produzione.
Libertà di ritirarsi, senza nuocere all’associazione — eguaglianza dei socii nell’elezione d’amministratori a tempo o meglio soggetti a revoca — ammessione, posteriormente alla fondazione, senza esigenza di capitale da versarsi e costituzione d’un prelevamento, a pro del fondo comune, sui benefizi dei primi tempi — indivisibilità, perpetuità del capitale collettivo, — retribuzione per tutti, eguale alla necessità della vita, — riparto degli utili a seconda della quantità e della qualità del lavoro di ciascuno — son queste le basi generali che voi, se volete far opera di avvenire per l’elemento al quale appartenete, dovrete dare alle vostre associazioni. Ciascuna di queste basi, quella segnatamente che riguarda la perpetuità del capitale collettivo, vincolo e pegno d’emancipazione tra voi e la generazione futura, meriterebbe un capitolo. Ma un lavoro speciale sulle associazioni operaie non entra nell’economia del presente scritto. Forse, se Dio mi presta ancora qualche anno di vita, io lo farò separatamente e con amore per voi. Intanto, abbiate certezza che l’indicazione di quelle norme è in me frutto d’esame meditato e severo e merita attenta considerazione da voi.
Ma il capitale? Il capitale primo col quale potrà iniziarsi l’associazione? Da dove ritrarlo?
È grave questione; nè io posso qui trattarla come vorrei. Ma vi accennerò sommariamente il dovere vostro e l’altrui.
La prima sorgente di quel capitale sta in voi, nelle vostre economie, nel vostro spirito di sagrificio.