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[1841-1860] | dei doveri dell’uomo. | 101 |
il monopolio governativo nella classe borghese che ha più mezzi per dare sviluppo alle proprie facoltà individuali: la seconda non è sventuratamente rappresentata in oggi che da Sette e Poteri appartenenti a vecchie credenze, ostili al dogma dell’avvenire, il Progresso.
Tutte e due quelle scuole peccano di tendenze anguste, esclusive.
Il vero è questo:
La sovranità è in Dio, nella Legge morale, nel disegno provvidenziale che governa il mondo e ch’è via via rivelato dalle ispirazioni del Genio virtuoso e dalle tendenze dell’Umanità nelle epoche diverse della sua vita: e nello scopo che bisogna raggiungere, nella missione che bisogna compiere. Non è sovranità nello individuo, non è nella società, se non in quanto l’uno è l’altra s’uniformino a quel disegno, a quella Legge, e si dirigono a quello scopo. Un individuo o è il migliore interprete della Legge morale e governa in suo nome, o è un usurpatore da rovesciarsi. Il semplice voto d’una maggioranza non costituisce sovranità, se avversa evidentemente alle norme morali supreme, o chiuda deliberatamente la via al Progresso futuro. Bene sociale, Libertà, Progresso: al di fuori di questi tre termini non può esistere Sovranità.
L’educazione insegna qual sia il Bene sociale.
L’Istruzione assicura all’individuo la libera scelta dei mezzi per ottenere un progresso successivo nel concetto del Bene.
A voi importa prima d’ogni altra cosa che i vostri figli imparino quale insieme di principii e credenze diriga la vita dei loro fratelli nel tempo in cui sono chiamati a vivere e nella terra ch’è