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[1841-1860] | dei doveri dell’uomo. | 99 |
se stessi e, non servendo a un principio regolatore, sono condannati essenzialmente a mutilarla o falsarla. I meno tristi fra i vostri educatori credono aver soddisfatto al debito loro, quando hanno inegualmente aperto sul territorio che reggono un certo numero di scuole dove i vostri figli possono ricevere un grado qualunque d’insegnamento elementare. Questo insegnamento consiste principalmente nel leggere, scrivere e computare.
Insegnamento siffatto si chiama istruzione; e differisce dall’educazione quanto i nostri organi differiscono dalla nostra vita. I nostri organi non sono la vita; non ne sono che semplici stromenti e mezzi di manifestarla; non la signoreggiano, non la dirigono: possono tradurre in fatti la vita più santa e la più corrotta. Così l’istruzione somministra i mezzi per praticare ciò che l’educazione insegna: ma non può tener luogo dell’educazione.
L’educazione s’indirizza alle facoltà morali; l’istruzione alle intellettuali. La prima sviluppa nell’uomo la conoscenza dei suoi doveri; la seconda rende l’uomo capace di praticarli. Senza istruzione, l’educazione sarebbe troppo sovente inefficace; senza educazione l’istruzione sarebbe come una leva mancante d’un punto d’appoggio. Voi sapete leggere: che monta, se non sapete in quali libri si trovi l’errore, in quali la verità? Voi sapete, scrivendo, comunicare i vostri pensieri ai vostri fratelli: che importa, quando i vostri pensieri non accennassero che ad egoismo? L’istruzione, come la ricchezza, può essere sorgente di bene e di male a seconda delle intenzioni colle quali s’adopra: consacrata al progresso di tutti, è mezzo di incivilimento e di libertà; rivolta all’utile proprio, diventa mezzo di tirannide e di corruttela.