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56 dei doveri dell’uomo. [1841-1860]

d’avvilimento? e scendendo alle vostre condizioni materiali, pensate possano migliorare stabilmente per altra via che quella del miglioramento comune? Milioni di lire sterline sono spesi annualmente qui in Inghilterra, ov’io scrivo, dalla carità dei privati a sollievo degli individui caduti in miseria; e la miseria cresce annualmente, e la carità verso gli individui è provata impotente a sanar le piaghe, e la necessità di rimedi organici collettivi è più sempre universalmente sentita. Dove il paese è minacciato continuamente in virtù delle leggi ingiuste che lo governano, d’una lotta violenta fra gli oppressori e gli oppressi, credete possono rifluire i capitali e abbondare le imprese vaste, lunghe, costose? Dove i dazi e le proibizioni stanno nel capriccio d’un governo assoluto che non ha chi lo moderi, e le cui spese di eserciti di spie, d’impiegati o di pensionati crescono coi bisogni della sua sicurezza, credete l’attività dell’industria e della manifattura possa ricevere uno sviluppo progressivo, continuo? Risponderete che basta ordiniate meglio il governo e le condizioni sociali nella patria vostra? Non basta. Nessun popolo vive in oggi esclusivamente dei propri prodotti. Voi vivete di cambi, di importazioni e d’esportazioni. Una nazione straniera che impoverisca, nella quale diminuisca la cifra dei consumatori, è un mercato di meno per voi. Un commercio straniero che in conseguenza dei cattivi ordinamenti soggiaccia a crisi o a rovina, produce crisi o rovina nel vostro. I fallimenti d’Inghilterra o d’America trascinano fallimenti Italiani. Il credito è in oggi istituzione non nazionale, ma Europea. E inoltre, ogni tentativo di miglioramento nazionale che voi farete avrà nemici, in virtù delle