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LA

SANTA ALLEANZA DEI POPOLI

NUOVO SCRITTO

DI

GIUSEPPE MAZZINI




I.


Napoleone era caduto: il moto ascendente della rivoluzione francese, cessato. Ventidue anni di guerra avevano stancato l’Europa. La pace succedeva invocata; ed era benedetto, qualunque si fosse, chi la recava. Le vecchie dinastìe tornavano all’interrotta dominazione, riconsacrate dalla vittoria: le nuove si sperdevano nell’esilio, e l’eco delle fucilate, che uccidevano Murat al Pizzo, le ammoniva regalmente a non ritentare la via del seggio usurpato e perduto per sempre. La religione benediceva al rinnovamento; il dualismo dell’êra cristiana pareva cancellarsi in un patto di amore. Altare e trono si puntellavano l’uno con l’altro.

E nondimeno, inquieti e quasi tormentati da un presentimento, i re vincitori si stringevano a consiglio, e studiavano nuove difese contro tempeste che nulla annunciava. Il trionfo che quasi sempre disgiunse i collegati nella battaglia, suggeriva ad essi la necessità di un vincolo più potente. Gelosi, sospettosi l’uno dell’altro, soffocavano ogni gara, ogni diffidenza, per prepararsi, come contro un ignoto nemico, una forza comune. E gli atti del 9 giugno, del 25 settembre, e del 20 novembre 1815, l’ordinavano. Nel profanato