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testimonianze d’affetto, le simpatie che emergono a sbalzi, interrottamente, davanti a grandi fatti impreveduti da un popolo all’altro, non bastano. È tempo che relazioni regolari, continue, avviate, dirette da un solo centro, da un nucleo d’uomini noti per fede, virtù, energia e costanza provata, rannodino, da un punto all’altro d’Europa e d’America, quanti combattono e sperano per la santa causa della libertà, quanti adorano il nostro ideale, quanti accettano la nostra formula: un solo padrone, Dio: una legge sola, progresso: un solo interprete della legge di dio sulla terra, il popolo: duci la Virtù e il Genio.

La nostra fu, sino ad oggi, guerra di partigiani: è tempo che cominci la guerra regolare, la guerra per masse.

La democrazia non conquisterà, per trasformarla, l’Europa, se prima non si ordina a forma di stato, o governo, nucleo primitivo della Europa dei popoli, e manifestazione collettiva del pensiero generale, che dominerà l’avvenire.

Noi non possiamo inalzare il tempio, il Panteon della fede invocata: lo inalzeranno i popoli quando che sia; ma noi possiamo e dobbiamo fondare la Chiesa dei precursori.

Noi vagheggiamo d’antico il pensiero di una vasta associazione che, divisa in altrettante sezioni e abbraccando in seFonte/commento: vedi pag. 4 tutte quante le manifestazioni dell’attività umana, schierasse affratellati e ordinati a seconda delle tendenze e delle capacità individuali tutti i credenti nella nuova êra, e nei principii già conquistati che accennammo più sopra, e ne avviasse con un disegno generale i lavori. Pochi uomini venerandi per dottrina e virtù, per intelletto ed amore, per sacrificii intrepidamente durati a pro della fede comune, nelle diverse contrade d’Europa e d’America, formerebbero il consiglio supremo dell’associazione, la loro parola escirebbe sempre collettiva e sintetica al mondo. Altri uomini più intimamente affratellati per comunanza d’origine col pensiero e colle tendenze di ciascun popolo, constituirebbero una serie di consigli nazionali presieduti, a tutelare l’unità del concetto, ciascuno da un membro del consiglio supremo, appartenente alla nazione rappresentata. Nel consiglio supremo avrebbe espressione il concetto della missione generale dei popoli; nei consigli nazionali, quello della missione speciale che spetta ad ogni nazione. Il primo rappresenterebbe il principio, in virtù del