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moltitudini, risolvere il problema e inalzar l’edificio entro il quale le generazioni troveranno per molti secoli tranquillo e operoso sviluppo. L’epoca dei rivelatori è consunta. Se la parola popolo, che suona così sovente sulla nostra bocca, non è vuoto nome, ma espressione di un concetto filosofico-religioso, e parola sacra dell’avvenire, i sistemi che, scendendo dalla sfera dell’ideale, assumono di dare alla società tutte le deduzioni e applicazioni pratiche del principio, immedesimate in un ordinamento assoluto, sono inevitabilmente prematuri, e, più o meno, imperfetti. Nè diciamo questo per cieca venerazione al suffragio universale: il suffragio universale, dove non si constituisca interprete d’un patto accettato dall’Associazione, e non s’illumini con una educazione nazionale, è metodo sterile e incerto: ma lo diciamo perchè la rivelazione del secreto dell’epoca non può scendere che da irraggiamento dello spirito umano, concitato alla più alta potenza dallo spettacolo d’un popolo di credenti, da una contemplazione dell’umana natura, commossa ad attività straordinaria e concorde di tutte quante le sue facoltà. Ora i sistemi sociali dell’oggi sono frutto di studio solitario d’uno o d’altro individuo, sull’uomo inservilito dalla oppressione, corrotto dall’elemento in cui vive, intorpidito nelle sue più nobili facoltà. Per definire la vita e prefigger le norme, è d’uopo vivere, vivere nell’intelletto e nel cuore, nel pensiero e nell’azione, nella meditazione e nell’amore. I grandi eventi ingigantiscono gl’individui e l’abbraccio d’un popolano, redento dal sacrificio intrepidamente affrontato, il grido d’una moltitudine raccolta in entusiasmo d’affetto, riveleranno al filosofo politico più assai intorno alle credenze e alle capacità d’un popolo, che non dieci anni di studi nella morta quiete del gabinetto.

A intenderci, ad affratellarci, a congiungerci tutti in una vasta associazione di lavori, a ordinare, insomma, la democrazia ad esercito, non importa un programma compiuto dell’avvenire; importa che, sulle basi già conquistate, scelte a terreno comune, noi fondiamo un patto, una intelligenza generale, un metodo d’attività, che tragga partito da tutte le forze, a rovesciare gli ostacoli che si frappongono al libero sviluppo dei popoli: ogni uomo intanto, ogni scuola potrà maturare cogli studi e sulle norme che l’intelletto gli additerà, la risoluzione ultima del problema.