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le carceri della inquisizione. Vivono eglino almeno? insisteva Isidora. Risparmiatemi la pena, mia figlia, le rispose, di farmi altre interrogazioni: siate sicura, che se avessi qualche cosa di consolante da dirvi, non ve la vorrei occultare.

In quell’istesso momento si udì il suono di una campana in lontananza. Cotesto suono, disse il padre Giuseppe, indica che l’ora del vostro interrogatorio si avvicina. Addio; i santi del cielo vi assistano. — Fermatevi, padre mio, fermatevi un momento, un solo momento esclamò Isidora ridotta alla disperazione; credete voi che io sia... perduta... per sempre! — Mia figlia, io vị ho date tutte le consolazioni, che ho potuto; la misericordia di Dio è infinita: vado ad implorarla per voi. — O padre mio! fermatevi un altro istante; io non ho più, che una interrogazione da farvi. In questo istante la campana si fece udire per la seconda volta, ed il padre Giuseppe obbligato a ritirarsi, non potè dire altre parole che queste: mia figlia, il cielo vi protegga!