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di nuovo la danza, ed Isidora si recò nel salone in compagnia di tutti gli altri. Il cuore le batteva con violenza: Melmoth aveva promesso di venire a mezza notte: e vedeva nell’oriuolo che non ci mancava più d’un quarto d’ora. Il momento arrivò; suonò la mezza notte. Isidora, che aveva sempre tenuti gli occhi rivolti verso l’oriuolo, li ritirò con un movimento di disperazione; ad un tratto si sentì tirar dolcemente per la veste; una delle maschere se le avvicinò all’orecchio e le disse: Son qui! e nello stesso tempo le fece il segnale convenuto con Melmoth. Isidora non avendo forza di rispondere non fece che ripetere il segnale.

Affrettatevi, soggiunse egli, tutto è pronto per la nostra fuga: non c’è un momento da perdere; vi lascio per un istante, ma venitemi tosto a trovare sotto il portico occidentale; i fanali ne sono spenti, ed i domestici hanno dimenticato di riaccenderli. Silenzio e prontezza.

Favellando così disparve, ed Isidoro non tardò a seguirlo. Quantunque